Una macchina anziché tre

Il signor Rossi, impiegato, prende la macchina alle otto di mattina, arriva al lavoro e parcheggia sotto l'ufficio; verso le diciotto si rimette alla guida, torna a casa, posteggia la macchina e la riprende la mattina successiva.
La signora Verdi, casalinga, abita vicino all'ufficio del signor Rossi, e verso le dieci prende l'auto per andare a fare un po' di spesa; poi torna a casa, parcheggia, verso le sedici e trenta si rimette in macchina per andare a prendere il figlio a scuola e rincasa mezz'ora dopo.
Il signor Bianchi, cameriere, abita vicino a casa del signor Rossi e prende l'auto intorno alle diciannove: la posteggia vicino al ristorante in cui lavora e verso l'una di notte se ne torna a casa.
E' di tutta evidenza che il signor Rossi, la signora Verdi e il signor Bianchi posseggono un'automobile ciascuno, ma potrebbero tranquillamente condividerne una sola: il che non significa soltanto che la città sarebbe ingombrata da una sola auto anziché tre, ma anche che i comproprietari potrebbero dividere per tre il costo di acquisto e le spese di gestione dell'auto, risparmiando in tal modo una barca di soldi che potrebbero utilizzare per molti altri scopi, tra i quali pagarsi taxi nel caso in cui si trovassero a doversi spostare al di fuori degli orari consueti o noleggiare una macchina quando vanno in vacanza.
Immaginate che tutti i signori Rossi, Verdi e Bianchi d'Italia si organizzassero così: le nostre città non sarebbero più dei giganteschi garage a cielo aperto, nei quali le macchine parcheggiate ricoprono ogni centimetro disponibile, e in più i loro abitanti si ritroverebbero in tasca un mucchio di soldi in più.
Non si tratta di una mia fantasia, naturalmente: si chiama carsharing, e come tutte le altre forme di condivisione andrebbe incentivato in ogni modo possibile e immaginabile, specie in un periodo di crisi come questo, replicando su larga scala l'esempio banale che ho appena fatto e svuotando il paese dalla lamiera in cui sta soffocando.
La cosa, naturalmente, andrebbe a tutto discapito delle aziende che producono le automobili, le quali si ritroverebbero con un fatturato ridotto di un terzo: ed è proprio per questo, temo, che le nostre amministrazioni si guardano bene dal pubblicizzarla e svilupparla più di tanto; magari menandola con la vecchia storia dell'occupazione, come se un colosso automobilistico, di fronte al disastro ambientale che ci sta investendo come un uragano, non avesse tutte le possibilità -e, per inciso, la responsabilità- di investire qualche quattrino e riconvertire in altro una parte della sua produzione.
Io, che col carsharing vado avanti alla grande da qualche mese, vi invito tutti a provarlo: e magari a chiedere al sindaco di istituirlo, se nella vostra città ancora non c'è.
Ne va della decenza del posto in cui vivete, e pure dei quattrini che avete in tasca.
Che dite, sono motivazioni sufficienti?

Questo post è stato pubblicato il 24 maggio 2012 in ,. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. o se vuoi lasciare un commnento.

19 Responses to “Una macchina anziché tre”

  1. Confrontato con il costi di acquisto di un'auto, il bollo, l'assicurazione e le manutenzioni? Rifatti bene i conti...

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  2. Ad occhio e croce non ci sono abbastanza Verdi (sicuramente non abbastanza Bianchi) da accoppiare ai Rossi. Questo e' il modo metaforico per dire che probabilmente piu' che ad 1/3, si potrebbe puntare piu' realisticamente ad un 2/3 o forse 1/2 (se avete delle statistiche a conforto dell'ipotesi 1/3, linkatele che mi interessano!). Non che ci faccia schifo, eh!

    Poi sicuramente con i soldi risparmiati di manutenzione non ci paghi il taxi o l'auto a noleggio tutte le volte che ti serve. Pero' questo e' secondario, perche non si sta cercando di eliminare completamente l'auto di proprieta' ma semplicemente a ridurla a 1 per famiglia invece che 3.

    Poi una curiosita': ma con i rifornimenti come si fano? Ci pensa la compagnia, o il privato (con un qualche sistema di conteggio)? La cosa migliore sarebbe fatto dalla compagnia cosi' sono anche liberi di contrattare prezzi migliori e magari passare ad un sistema diverso (elettrico?) se conviene (cosa piu' difficile per un privato).

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  3. Non servirebbe il carsharing se si imparasse a usare il car pooling. I prezzi del carsharing non sono proibitivi, ma il car pooling è ancora più economico.
    Un po' difficile da organizzare, perché per il momento le piattaforme web per questo tipo di condivisione sono poche e poco conosciute. Però non è un'idea da scartare: ottima in ottica di risparmio economico e di mobilità sostenibile. Inoltre potrebbe anche sviluppare la socialità fra le persone.

    Per chi non sapesse cosa è il car pooling: http://it.wikipedia.org/wiki/Car_pooling

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  4. Riporto la mia esperienza "scomoda". Mi son trasferita da poco dall'Italia alla "arretrata" Polonia (per lo meno, nel cervello di tutti quelli a cui ho dato la notizia della mia dipartita). A Milano era impossibile fare il car sharing, era impossibile prendere i mezzi pubblici per viaggiare da periferia a periferia come dovevo fare io, era impossibile semplicemente mettersi d'accordo con un collega che abitava vicino per usare una auto sola.
    Qui a Varsavia invece meta' almeno della popolazione usa i mezzi pubblici, perche' funzionano, e arrivano a tappeto in praticamente ogni minuscola via della citta', anche in periferia. Chi usa la macchina e' comunque in minoranza rispetto a chi usa i mezzi, e lo fa per "pigrizia" perche' magari deve cambiare troppe volte per arrivare a destinazione. Per me e' stato un salto di qualita', poter usare qualcosa che comunque finanzio con le mie tasse.
    Io, se fossi i comuni, potenzierei i mezzi pubblici come qui invece del car sharing. Utile, non c'e' che dire, ma una macchina porta 5 persone al massimo, un autobus 50, un treno del metro' molte di piu'.
    Spero sia stato un commento gradito ;)

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  5. E cosa succede se il signor Rossi deve fare gli straordinari? O se la signora Verdi si trova imbottigliata nel traffico andando a prendere il figlio a scuola?
    Qualunque imprevisto succeda, uno dei tre si puo' trovare senza macchina con pochissimo preavviso e quindi poche possibilita' di organizzarsi diversamente.
    Io resto sempre dell'idea che la cosa migliore e' potenziare i mezzi pubblici, usare mezzi alternativi come le bici (quando possibile, dipende molto dalla citta' in cui si vive e dalle distanze in gioco), e al massimo usare car sharing o car pooling per le vacanze o le uscite del weekend.

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  6. Non so se hai presente Simone Perotti. Io sto leggendo il suo "Avanti tutta" sul downshifting. Nel testo parla anche di cohousing ecc.
    Ma senza mettere troppa carne al fuoco, sto all'auto. È una soluzione dove non penso occorra molto per convincere dell'intelligenza ed economicità della scelta. Però bisogna fare i conti con una mentalità diffusa che mette al primo posto la comodità, anche se comporta spreco (e in quante abitudini, mica solo l'auto, purtroppo). Traduco: finché uno può permettersi di non rinunciare all'idea, anche d'immagine sociale, di un'auto tutta sua sempre a sua disposizione, sull'altro piatto della bilancia può sacrificare denaro e ovviamente ambiente.
    Insomma, tu parli di una certa idea di qualità della vita. A me può risultare facile e sensato recepire quanto dici. Ma se un altro ha un'altra gerarchia di valori sulla qualità della vita, tu hai il tuo bel da fare a battere sui concetti di risparmio di denaro e salvaguardia dell'ambiente, pure quello urbano.

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  7. E quando qualcuno stira un pedone con la macchina di mia proprietà, io dovrei rispondere in solido?

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  8. @Mizzy: In realtà non devi acquistare un'auto in condivisione con altre persone. Ci sono compagnie apposite che mettono a disposizione le auto da usare. A Roma, per esempio c'è "Roma Mobilità di Roma Capitale". Ma potrebbero anche esserci delle compagnie private che mettono a disposizione il servizio dietro abbonamento.
    @Metilparaben: riallacciandomi a quanto scrivevo poco fa, qui a Roma il problema è proprio quello del costo del servizio.
    Infatti, se il costo dell'abbonamento è del tutto tralasciabile (100 euro all'anno sono una spesa più che accettabile per un qualsiasi pendolare), ciò che rende proibitivo il servizio è la tariffa oraria.
    Qui a Roma, per esempio, la tariffa minima (una cinquecento o una panda in un'orario copmreso tra le sette e mezzanotte) è di 2 euro a ora.
    Ciò vuol dire che un'auto mi costerebbe circa 20 euro al giorno per andare a lavorare.
    L'idea del carsharing la trovo fantastica dal punto di vista di salvaguardia dell'ambiente e anche dal punto di vista di civilizzazione della società (un bene condiviso richiede educazione e rispetto).
    Sarebbe bello se si abbattessero realmente i costi

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  9. Per chi vuol saperne di più sul Car sharing a Roma:

    http://www.carsharing.roma.it/

    Anche se in città quello che serve per eliminare il cancro delle automobili è un servizio capillare, frequente e interconnesso tra autobus, metro e taxi.

    I costi legati all'automobile sono la seconda o terza voce di spesa di una famiglia (dopo casa e alimentazione).

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  10. Domanda non polemica: quanto costa per un comune mettere in piedi un servizio del genere? Ci guadagna anche senza rendere il costo proibitivo? Va in pari? E quante sono le città che in questi tempi di magra sono in grado di mettere su i capitali necessari per iniziare? E peggio ancora, quanti sono gli amministratori abbastanza lungimiranti? Alla fine, si gira sempre lì attorno...

    Scialuppe

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  11. perchè non fai un post in cui spieghi nel dettaglio come funziona il tuo car sharing?

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  12. perchè non fai un post in cui spieghi nel dettaglio come funziona il tuo car sharing (o metti un link)

    magari un esempio potrebbe far bene

    grazie

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  13. Io invece abito a Torino, ma trovo che manchi ancora una caratteristica al modello di carsharing proposto: se prendi l'auto sotto casa per andare a lavorare dall'altra parte della città non puoi lasciarla in un parcheggio carsharing vicino al tuo ufficio, ma paghi finché non riporti l'auto al parcheggio sotto casa, così che i tre signori Bianchi, Rossi e Verdi non possono in alcun modo condividere l'auto. Finché questo problema non sarà risolto (e credo che le compagnie private o pubbliche attuali di carsharing non ci pensino neppure) tutti questi discorsi resteranno 'sogni nel cassetto'. A Torino solo il bikesharing funziona con questa logica, e funziona... a quando anche le auto???

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  14. O l'auto è mia e rimane a mia disposizione, oppure non lo è, e allora se devo condividere un mezzo con altri, tanto vale condividere un'autobus o una metropolitana

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  15. Carsharing? una bella idea impossibile da realizzare veramente, per due motivi.
    PRIMO - Il carsharing non tiene conto di tutte quelle situazioni che escono fuori dalla normalità, dal quotidiano, dagli spostamenti abituali. Le emergenze, gli imprevisti e tutti quei piccoli contrattempi che accadano alle persone non permettono un effettivo utilizzo del carsharing come strumento abituale di spostamento. Se il Sig. Rossi ha un'emergenza e deve uscire dall'ufficio e correre dalla figlia che casomai si è fatta male, oppure si sente poco bene e vuole tornarsene a casa il Carsharing diventa un bell'impiccio.
    SECONDO - Ancora una volta si dimentica della natura umana, la si esclude la si mette in secondo piano come se fosse una sciocchezza. L'essere umano è per natura un "possessore", deve cioè possedere le cose che usa. Dopo gli omicidi per i posti auto avremo gli omicidi perchè "la macchina non è TUA!" .

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  16. Dici bene tu... ma quello che proponi può solamente essere considerato come una splendida utopia. L'economia occidentale è fondata sul consumismo estremo e l'automobilene rappresenta uno degli esempi più evidenti. Attuare un sistema come il car sharing ci metterebbe di fronte alla necessità di dover ricollocare tutte le persone che sono coinvolte direttamente o indirettamente nella produzione e nella vendita delle auto, e sono milioni di lavoratori in tutta Europa. Prima di pensare a condividere le auto sarà il caso di cominciare a ripensare e a rifondare un sistema economico fondato sul capitalismo sconsiderato.

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  17. Oppure si possono potenziare i mezzi pubblici, dove è praticabile costruire piste ciclabili, e decidersi a passare ad auto ad energia alternativa. Io sono dell'idea che almeno un'auto a famiglia serva, ci sono sempre gli imprevisti, i fuori orario, etc. Ma usarla solo quando serve realmente, e usare soprattutto auto che non sia inquinante, sarebbe una bella rivoluzione. Attualmente sono in Inghilterra, qui le auto ce le hanno, ma le usano diversamente. Vanno a lavoro in bici (ok, si può, è pianura e ci sono magnifiche piste ciclabili), oppure prendono i mezzi (anche se qui sono un po' costosetti). Poi nel fine settimana o per fare la spesa usano l'auto. Lo trovo perfetto, non serve arrivare a non possederne una, basterebbe usarla in maniera intelligente.

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  18. La vedo dura perchè per molti italiani l'auto è uno status-symbol, qualcosa da sfoggiare per provocare invidia negli altri, o addirittura una compensazione dell'apparato genitale.
    Già è assurdo che in Italia, abituati a stare in coda, e a dover quindi premere molte volte la frizione, ci sia una certa riluttanza a comprare auto col cambio automatico (c'è comuque la giustificazione che è più costoso di quelli manuali, ma se la domanda degli utenti aumentasse, dovrebbe diventare più conveniente.
    In ogni caso concordo con chi dice che andrebbero potenziati i mezzi pubblici ed il trasporto intermodale: a voler essere maliziosi non è mai stato fatto per favorire una certa casa automobilistica.

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