Archive for settembre 2009

Vittorio Feltri e il Farina del suo sacco

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E' solo stanchezza o anche voi vedete un editoriale dal titolo "Salvate il soldato Bertolaso dall'invidia degli anti Italiani"? Se lo vedete allora dobbiamo convenire che Feltri, da volpe qual è, risponde alle accuse di pessimo giornalismo facendo scrivere editoriali ad uno che giornalista non è. Per coloro che si fossero persi l'iter di Renato Farina, urge un piccolo ripasso tratto da Wikipedia:

Renato Farina (Desio, 10 novembre 1954) è un deputato e scrittore italiano. Ex-giornalista, saggista e scrittore, attualmente opinionista di Libero, è stato radiato dall'Ordine dei Giornalisti il 29 marzo 2007, dopo avere ammesso di aver collaborato, al tempo in cui era vicedirettore di Libero, con i Servizi segreti italiani fornendo informazioni e pubblicando notizie in cambio di denaro. La legge numero 801 del 1977 fa infatti divieto ai giornalisti professionisti di intrattenere rapporti con i Servizi Segreti. Un mese prima, il 16 febbraio 2007, si era dichiarato colpevole del reato di favoreggiamento nell'ambito dell'inchiesta sul rapimento dell'ex imam di Milano, Abu Omar, patteggiando la pena di sei mesi di reclusione (commutata in una multa di 6.800 euro).
Ops, ma che sbadato, ora che ci penso nel 2007 il direttore di Libero era proprio Feltri, pensate che combinazione...

Gabriella Carlucci 2.0

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Molti blogger, me compreso, si sono occupati spesso e volentieri delle dichiarazioni di Gabriella Carlucci, ricavandone copioso materiale per post più o meno esilaranti.
Fino ad ora, tuttavia, nessuno ha mai pensato di soffermarsi sulla scatola nella quale tali esternazioni sono collocate, vale a dire sul suo blog: si tratta di una carenza grave, giacché, come potrete riscontrare nel seguito di questo post, nel caso di specie il contenitore è non meno interessante del contenuto, e sembra quindi meritevole di essere esaminato anch'esso con una certa attenzione.

La prima immagine su cui vale la pena di soffermarsi è quella della testata, nella quale qualcuno ha pensato bene di piazzare la linguetta dei contatti proprio sopra a quella della homepage, in modo tale che per scegliere l'una o l'altra non è sufficiente il mouse, ma c'è bisogno di un attrezzo da orafo.

Ed eccoci al primo post, nel quale si rende doverosamente omaggio ai militari italiani caduti in Afghanistan: tutti tranne uno, evidentemente, ché l'immagine è più larga del consentito e nessuno ha avuto l'alzata d'ingegno di ridimensionarla.

Ma non è finita qua. Dopo pochi centimetri c'è un'altra celebrazione, quella di Mike Bongiorno, nella quale l'Onorevole realizza un piccolo capolavoro: le righe sono formattate come una poesia di Neruda e le etichette sono piazzate a mo' di graffito nel bel mezzo del post, il quale a sua volta sconfina nel titolo del post successivo, nascondendo dietro il calendario parte del testo e rendendolo quindi illeggibile. Che si tratti di un tocco di originalità? Chissà...


Anche il post successivo presenta qualche aspetto singolare: stavolta si va a capo in modo ancora diverso dal precedente, come in quelle poesie nelle quali è la forma del testo scritto, oltre che il suo contenuto, ad essere importante: questo testo, in particolare, guardato ruotando la testa sembra un pettine a cui manca qualche dente. Che intenda simboleggiare una moderna "scapigliatura"?

L'impaginazione, per la verità, non sembra il pezzo forte del blog nemmeno in altre sue parti: nel post che vedete qua sopra, ad esempio, il testo è allineato a sinistra, mentre in quello immediatamente successivo

è giustificato; che sia una declinazione dello spirito animatore della Casa delle Libertà (facciamo un po' come cazzo ci pare)? Oppure una libera espressione artistica della protagonista (che com'è noto si occupa di cultura da mane a sera)? Mah...

L'immagine che vedete qua sopra è invece un tipico esempio di "gigantismo del titolo": trattasi di una grave patologia che affligge i blogger, allorché si trovano in difficoltà nell'elaborare una minima sintesi di quello che scrivono (in alcuni casi, i più estremi, l'indecisione arriva a vette tali da costringere il malcapitato a rimettere nel titolo tutto il testo del post, così uno non si sbaglia e buonanotte).

Quest'altro post, invece,induce a chiedersi che relazione ci sia tra una sentenza della Cassazione e il logo di Explorer: non aiuta, per svelare il mistero, cliccare su quest'ultimo,

il che lascia intendere che la nostra amica abbia voluto concretizzare in questa forma arcana la sottile inquietudine che attanaglia l'uomo moderno quando si viene a trovare davanti al dubbio.


Il senso di indeterminata irrealtà aumenta se uno dà un'occhiata alla colonna laterale, nella quale, tra gli articoli recenti, figurano dei post che, com'è agevole riscontrare dall'immagine che segue, non sono stati ancora pubblicati:

Posto che l'effetto finale è tanto straniante da fare invidia a una pagina di Joyce, suggerirei di cambiare il nome del widget intitolandolo "articoli futuri": così, tanto per mantenere un minimo di coerenza logica e al contempo aprire uno spiraglio verso il domani.

Il quadro è completato dai pulsanti dei feed: come sarebbe, direte voi, mancano le immagini? Macché, ignoranti che non siete altro: si tratta di un modo come un altro per simboleggiare lo sradicamento dell'uomo moderno dalle proprie radici (cristiane, s'intende) e mettere in luce i disastri che il laicismo ha prodotto nella civiltà contemporanea.

La tag cloud rappresenta una vera e propria ciliegina sulla torta: osservandola, infatti, si deduce che la padrona del blog si chiama Gabriella Carlucci, che è del PdL e che ricopre la carica di Vice Presidente per la Commissione Bicamerale per l'Infanzia. Tutte cose che sapevamo già senza andare sul blog, direte voi: e i contenuti? Be', amici, adesso chiedete davvero troppo.

Nel concludere questa breve illustrazione mi corre l'obbligo di proporvi una riflessione altrettanto veloce: quello che avete appena visto è il blog del parlamentare che si sta occupando di mettere insieme una nuova legge su internet.

Ecco, fate un po' voi.

Arrendiamoci alle apparenze

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Non è bello cedere all'autoreferenzialità, ma ci tengo a fare un applauso ad Alessandro, che è riuscito a scrivere un post sul razzismo meraviglioso: il corpo dell'articolo è una raccolta di rigurgiti xenofobi che dimostrano il terribile stato di idiozia in cui versa la società italiana, e i commenti pure.

Il primo anonimo, per esempio, arriva dicendo:

Di questi titoli di giornale hai riempito una paginetta scarsa e stiracchiata. Perche' non ti cimenti invece con la raccolta di titoli che riguardano tutti i crimini e misfatti che i tuoi amichetti immigrati combinano in Italia da anni? Non ti basterebbero tutti i volumi dell'enciclopedia britannica!!!!!
Il malinteso nasce probabilmente dal fatto che l'anonimo crede che l'Enciclopedia Britannica sia qualcosa da scrivere ("Stai dicendo che quei trenta libri sono da leggere?"). Poi arriva manuel:

Non fate troppo i Kompagnoski in cachemire!!!
Ahahah. Non so voi, a me manuel mi fa morire. Io però avrei messo la k pure a kachemire.

Anche io ho bastonato un albanese e lo farei ancora.
Silenzio imbarazzato.

Detta così pare brutta,chissà che titoli sui giornali.
Eh.

Magari si scordavano di scrivere che l'ho fatto dopo che mi avevav lanciato addosso la sigaretta che gli chiedevo di spegnere nel mio locale!prendiamo le notizie con le pinze prima di fare i benpensanti!
Aaah, allora sì. Per un attimo ho pensato che avesse bastonato un albanese con una scusa cretina, e invece ne aveva tutte le ragioni, avendo subito - non so se mi spiego - un lancio di sigaretta. Immagino la scena.

Manuel: - (con gentilezza) Scusami, dovresti spegnere la sigaretta.
Albanese: - (con albanesità) Uh?
M: - (ancora gentilezza) E' vietato fumare. Spegni la sigaretta.
A: - (uh?) Uh?
M: - (agitato ma ancora premuroso) Spegnila, presto! Non so per quanto ancora... argh... riuscirò... a controllarlo!
A: - (gli lancia la sigaretta ghignando) (volo della sigaretta in slow motion)
M: - AAAAAAAAAARRRGGHHHHNN!!!!
Ma il genio arriva ora, ed è ancora un anonimo: dice che sono casi isolati, che non si può generalizzare.

Per caso, così, per curiosità, sapete che anche questo significa razzismo, e più in particolare odio di sé, della propria etnia? Nella fattispecie,è il peggior razzismo che possa esistere. Meditate su questo.
Uhm, ok.

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Niente, è rimasta una stronzata. Altro?

Ci terrei anche a precisare,e io non sono razzista,ma sicurmante verrò attaccato dai comunisti,
- l'Armata Rossa è già in viaggio -

che le carceri italiane sono occupate,per il 40%,da immigrati.
Ok, kompagnoski, è tutto vostro. Da non perdere la memorabile chiusa:

Mi spiace ma è così,dovete arrendervi alle apparenze.
Poi arriva Crissy. Crissy è molto garbata, non ce l'ha con gli stranieri. E' che sono troppi.

Sono un pò razzista? forse si, ma ricordo i primi vù cumprà negli anni 80 con quanta umiltà e simpatia cercavano divenderti qualcosa, ora mi sono trovata (più volte) a sentire nei parcheggi dei super, i nuovi immigrati dare detta tr...o putt...a signore che non gli lasciavano il carrello! e non dite che non è vero....
E' proprio vero, i mitici anni '80 non torneranno più. Ve li ricordate i vù cumprà degli anni '80, umili, simpatici, dicevano soltanto "vù cumprà, vù cumprà" e sorridevano sempre a noi giovani ragazzine fan di Bon Jovi. Quelli sì che erano immigrati buoni! Invece questi immigrati di adesso non hanno più rispetto, non hanno più valori. Non dicono più vù cumprà e dicono le parolacce a noi signore quarantenni che non lasciamo il carrello perché ci viene chiesto con poca umiltà. Ma da chi li avranno imparati certi termini, poi.

Infine, l'ennesimo anonimo, che inizia con

Basta demagogia!
e dopo due righe dice:

Se non si metterà un freno all'immigrazione saranno sempre più quelli che manifesteranno nostalgia della S.S. la quale garantiva ordine e sicurezza.
(bè, ordinati erano ordinati, via)

Perfino persone che sono state in campo di concentramento in Germania invocano le S.S.!
E io me le immagino, queste persone. Ah, guarda, io non sono razzista, ma pur di far sparire tutti questi immigrati mi farei volentieri un altro giro a Mathausen. Basta che non mi mettano nella stessa zona dei rumeni.

O lee lee, o laa laa

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Forse se ne va, forse se ne va!

Eutanasia: è vero, che siete d'accordo con loro?

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Va bene, gente, diciamoci le cose come stanno: vi pare ragionevole che nel 2009 l'ipotesi di concedere a persone affette da terribili malattie terminali o croniche senza alcuna prospettiva di guarigione la possibilità, ove lo decidano lucidamente e consapevolmente, di porre fine alle proprie sofferenze con un'iniezione letale, venga considerata uno "spettro"?

In altri termini: voi la pensate come Avvenire, oppure ritenete che la legalizzazione dell'eutanasia -entro limiti rigorosamente stabiliti, s'intende- costituisca un'ovvia declinazione dell'autodeterminazione e della libertà di scelta che in uno stato di diritto dovrebbero spettare a ciascun individuo?

Fatemelo sapere, come la pensate: perché, sapete com'è, quelli del fronte fondamentalista vanno in giro a blaterare che siete d'accordo con loro, e io sono convinto che dicano una bugia.

Resto in attesa della vostra opinione.

Padroni

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Ho come la sensazione che la maggior parte di coloro che si lamentano -non senza ragioni- del fatto che una considerevole parte dell'informazione sia nelle mani di Berlusconi, non avvertano il minimo fastidio all'idea che essa fosse -e da certi punti di vista ancora sia- tutta (non una considerevole parte ma, ripeto, tutta) in mano ai partiti.
Io, per conto mio, mi ostino a ritenere che una cosa possa dirsi davvero libera soltanto quando un padrone non ce l'ha.
E che accapigliarsi per stabilire a quale padrone sottomettersi costituisca il vero, drammatico, indizio di schiavitù.

La favola di Re Silvio

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Questa notte mi è capitata sott'occhio questa canzone edita da L'ALTOPARLANTE. A differenza delle solite parodie che generalmente si possono trovare in rete mi è parsa un prodotto di un certo spessore. Vale la pena ascoltare questa piccola favola..

Ricevi la visita di tre poliziotti alle 6,30 del mattino? Te li manda lui

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Basta fargli due domandine. C'era anche Nando Dalla Chiesa.

Italia, sospesa la costituzione, giornali a rischio di chiusura

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Roma - Giro di vite sulle garanzie costituzionali e i media in Italia: il governo de facto di Silvio Berlusconi ha limitato i diritti sanciti dalla Costituzione per un periodo di 45 giorni, prevedendo anche la possibilità di chiudere i mezzi di comunicazione e dando più poteri alle forze armate per il rispetto "dell'ordine pubblico". Il decreto proibisce "ogni riunione pubblica non autorizzata" e le dichiarazioni dei media che vadano contro "le risoluzioni del governo" o possano alterare "il rispetto della pace e l'ordine pubblico". Nel precisare che le forze armate sono autorizzate a sostenere la polizia "per garantire l'ordine", il decreto prevede "l'arresto di chi viene trovato fuori dall'orario previsto (dal coprifuoco, ndr) per la circolazione, o di chi venga considerato in qualche modo sospettato di poter danneggiare le persone o i beni". Alcune reti radio e tv, prosegue il decreto, "stanno diffondendo odio e violenza contro lo Stato, lanciando appelli all'insurrezione popolare. La Commissione per le telecomunicazioni è quindi autorizzata, tramite la polizia e le forze armate, a sospendere ogni radio, tv o via cavo che non rispetti i programmi dettati dalle presenti disposizioni".
L'articolo che avete letto è quantomai reale e attuale, a patto che sostituiate "Honduras" con "Roma" e "Roberto Micheletti" con "Silvio Berlusconi". Tuttavia, nel giorno in cui il Presidente del Consiglio compie ben 73 anni, mi sembrava carino regalargli un piccolo sogno che sicuramente tiene nel cassetto. Anche perché, detto tra noi, lo scenario descritto ha allarmanti punti di contatto, se non nei modi quantomeno negli intenti, con l'attuale realtà del paese.

Macché, non siamo mica un paese razzista

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razzismo

Fabrizio, ma è un supplizio!

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Come si dice? Tre indizi fanno una prova? Be', dopo i primi due, questo ha tutta l'aria di essere il terzo.

In relazione all’intervista apparsa in data odierna a pagina 15 del Corriere della Sera a firma Fabrizio Roncone dal titolo «Romano si muova, noi presto in piazza», tengo a precisare che il nome di Daniele Capezzone non è mai stato pronunciato nel corso dell’intervista, nè sono state poste domande, dirette od indirette sull'operato dello stesso, motivo per il quale il giudizio che mi viene attribuito rispetto alla segreteria dell'onorevole Capezzone non risponde minimamente al mio. Inoltre alla domanda del giornalista se prima vi fosse stata attenzione solo al Palazzo rispondevo espressamente di «No» evidenziando peraltro la necessità di rilanciare il movimento. Mi preme sottolineare, infine, la sgradevolezza di quanto accaduto poiché, a conclusione dell'intervista, per ben tre volte ho chiesto ed ottenuto la rilettura completa del pezzo ed in nessuna delle domande e delle risposte che mi sono state lette dal signor Roncone è stato chiamato in causa il nome di «Daniele Capezzone» nè il concetto che successivamente mi è stato falsamente attribuito nell'intervista pubblicata.

Maria Antonietta Farina Coscioni, Corriere della Sera, 8 novembre 2006.

Ergastolo adolescenziale

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Sinteticamente, perché ci terrei a conoscere la vostra opinione: per come la vedo io condannare all'ergastolo una persona per un reato che ha commesso quando aveva quindici anni, precludendogli in tal modo la possibilità di ravvedersi dopo un errore commesso in età così giovanile, è un'aberrazione.

Non ho difficoltà a dirlo chiaramente: quale che sia il reato.

A voi.

Fabrizio, ma è un vizio!

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Pubblico qui di seguito, dopo averla ricevuta dall'interessato, la lettera che Marco Cappato inviò al Corriere della Sera il 14 maggio 2008 per chiedere (anche in quel caso, come nella circostanza di cui si è recentemente parlato su questo blog, senza ottenere alcuna attenzione) di rettificare alcune infondate insinuazioni contenute in un articolo.
Come dite? Di chi era l'articolo?
Ma di Fabrizio Roncone, ovviamente!
Ebbene, amici, sono certo che dopo aver letto la lettera sarete d'accordo con me su un fatto: di un tipo del genere si potranno dire tante cose, ma non che sia privo di fantasia.
Buona lettura.

Bruxelles, 14 maggio 2008

Nell'articolo pubblicato sul Corriere martedì 13 maggio a pagina 15, Fabrizio Roncone scrive "…una serie di figliocci (Negri, Cappato, etc.) poi all'improvviso divorati da un palco, nel bel mezzo di un Congresso, con il solito discorso lungo mezza giornata".
Ciascuno può fare da sé la valutazione se si tratti del solito cliché trito e ritrito su Pannella e i suoi figliocci oppure di un'originale e acuta analisi giornalistica della realtà radicale.
Però Roncone non resta sul generico, gli va dato atto. "Fa i nomi"! E include il mio come un caso emblematico di "divorato". Mi permetto perciò di chiedere un chiarimento all'autore e al giornale.
Potreste avere la cortesia di spiegare ai vostri lettori da quale "palco" e "congresso" sarebbe accaduto il fattaccio, e soprattutto in cosa consisterebbe oggi, il mio essere "divorato" e "digerito"? Oppure, sarebbe bene da parte vostra rettificare. Perché evitare di essere "generici" va bene, sparare a casaccio un po' meno. Persino se fatto con ironia, assomiglia ad infamare.

Cordialmente,

Marco Cappato
Segretario dell'Associazione Luca Coscioni
Deputato europeo radicale

Fate largo, passa l'onorevole!

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Non so come funzioni dalla vostre parti, ma a Roma può succedere anche più volte al giorno, specie se si bazzica nelle vicinanze del centro storico.

Uno se ne sta in macchina a sciropparsi pazientemente una bella coda, quando sente alle proprie spalle un incombente frastuono di sirene: giudiziosamente, pensando al sopraggiungere di un'ambulanza o di un'automobile delle forze dell'ordine intenta a inseguire qualche delinquente, accosta, per accorgersi subito dopo che lo stridulo suono proviene invece da una carovana di auto blu che rombano, sgommano e zigzagano in perfetto stile "Roma spara, Milano risponde" al solo scopo di scortare a destinazione qualche politico (talora persino riconoscibile dal finestrino dell'auto), risparmiandogli il fastidio di sorbirsi le file o di fermarsi ai semafori rossi.

Badate bene: non sto parlando di capi di stato esteri, né di supertestimoni coinvolti in processi per mafia; si tratta generalmente di ministri, di sottosegretari o di altri pezzi grossi della politica. I quali, per qualche misteriosa ragione, si sentono legittimati (e di fatto, evidentemente, lo sono) a sottrarsi a tutte le elementari norme di civile convivenza stradale cui i comuni mortali debbono invece sottostare a pena di gravose sanzioni.

Ora, anche senza voler scomodare l'esempio di alcuni paesi civili nei quali persino i re si spostano con i mezzi pubblici insieme a tutti gli altri (pretendere un simile livello di civiltà in un paese come il nostro sarebbe francamente eccessivo), mi corre l'obbligo di rivolgervi una domandina semplice semplice.

Esiste un motivo plausibile per cui a un ministro debba essere consentito di saltare impunemente le code e di non fermarsi ai semafori rossi come fanno tutti gli altri?

Un motivo diverso, s'intende, dalla barbarie nella quale è precipitato questo paese, in cui i potenti, anziché dare l'esempio agli altri seguendo per primi le regole, se ne strafottono allegramente e si permettono tutto quello che vogliono con la certezza che nessuno oserà aprire bocca per metterli al loro posto; e nel quale non vi sono cittadini, ma sudditi, che se ne restano sconsolati al volante mentre il rumore della sirena sfuma in lontananza, ad aspettare che il semaforo diventi verde.

A voi la risposta.

Lezioni tattiche di anticlericalismo - Pt. 1

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Dare libero sfogo al proprio istinto laicista è sempre un'attività piacevole: chi di noi non ha mai fatto le pulci ai discorsi del Papa, chi di noi entrando in chiesa non ha mai lanciato platealmente una monetina nell'acquasantiera, chi di noi non è mai salito su uno sgabello in piazza per leggere le poesie di Rondoni al contrario? Sono piccole azioni quotidiane che ci aiutano ad arrivare a fine giornata rilasciando endorfine, al solo costo della dannazione eterna. Dato che la dannazione eterna non esiste e le endorfine sono una figata, la scelta è banale.

Tuttavia, nella foga anticlericale che ci contraddistingue, spesso perdiamo il controllo, commettiamo delle leggerezze, usiamo argomenti sbagliati, col risultato di farci dare lezioni di logica da gente che crede nell'infallibilità di un ottuagenario in vestaglia.

Scena: grande salone. Un ottuagenario in piedi al centro. Intorno a lui il collegio cardinalizio al completo.
- Io sono infallibile.
- Va bene.

Scena: grande salone. Un ottuagenario in piedi al centro. Intorno a lui il resto della famiglia Aioros.
- Io sono infallibile.
- Stè, trovami il numero dell'ospizio.

Per esempio: quando il Papa fa la sua solita predica sulla famiglia, sui valori della famiglia, sull'esatta larghezza della famiglia, io ci andrei piano col rispondere "che ne sa lui, è single", e non soltanto perché non siamo affatto sicuri che sia single. Supponiamo che Metilparaben dica al Papa "tu parli sempre di famiglia, ma sei mai stato con una donna?". In primo luogo, in base a questo principio, il Papa potrebbe rispondergli, "tu parli sempre di Chiesa, ma sei mai stato in seminario?", e avrebbe perfino ragione, a meno che Metilparaben non abbia un segreto inconfessabile da rivelarci*. Secondariamente, scegliendo male la domanda da porre al Papa si rischia un indesiderato conferimento di autorevolezza in caso di risposta affermativa (es. "tu parli sempre di gay, ma sei mai stato con un uomo?").

Dov'è l'errore in questo approccio? E' nel ritenere che solo l'esperienza diretta autorizzi a dare opinioni (d'altronde, se a condannare il divorzio fosse un Papa divorziato, non gli risparmieremmo certo una buona dose di virtualissimi calci in culo). A volte il parere di un profano può essere utile: altrimenti un laureato in matematica potrebbe parlare solo di matematica e un laureato in scienze della comunicazione, ironia della sorte, sarebbe muto.

Quindi: quando l'avversario dice qualcosa, non contestate la sua competenza e rispondete nel merito. Se il Papa ritiene che l'elettronica abbia rovinato il rock, non chiedetegli come fa a saperlo (per quanto ne sapete potrebbe avere i Deep Purple nel comò): prestategli il primo dei Devo.

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* Notate che invece Metilparaben ha correttamente scelto un'argomentazione di merito: a rovinare i bambini non è il divorzio dei disubbidienti, ma il comportamento dei tuoi sottoposti. Dovreste tutti prendere esempio da Metil, se volete andare all'inferno.

L'ipocrisia delle speranze

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Joseph Ratzinger a a Praga:

Nel Santo bambino di Praga contempliamo la bellezza dell'infanzia e la predilezione che Gesù Cristo ha sempre manifestato verso i piccoli. Quanti bambini invece non sono amati, né accolti, né rispettati. Quanti sono vittime della violenza e di ogni forma di sfruttamento da parte di persone senza scrupoli! Possano essere riservati ai minori quel rispetto e quell'attenzione loro dovuti: i bambini sono il futuro e la speranza dell'umanità.
Io, francamente, condivido la stessa speranza.
Solo, mi pare singolare che essa venga espressa da un tizio che nel 2005, quando era ancora cardinale, venne citato in giudizio da un tribunale del Texas con l'accusa di aver coperto e protetto i preti pedofili, e che come tutta risposta pensò bene, anziché presentarsi davanti a quel tribunale e chiarire la sua posizione, di aspettare che lo facessero papa per sottrarsi al processo invocando l'immunità per la sua qualifica capo di stato estero.
Ancora più singolare, se possibile, è la circostanza che lo stesso individuo sia a capo di un'organizzazione che si è sempre distinta per una tendenza agli abusi sessuali sui minori tanto spiccata da indurre i governi, nei casi più eclatanti, a deliberare addirittura la costruzione di un monumento nazionale in ricordo delle vittime, e da costringere i suoi vertici a trasferire in massa i colpevoli nelle zone più fredde e oscure del pianeta, onde consentire loro di proseguire quelle attività lontani da occhi indiscreti, salvo poi dover sborsare milioni di dollari per risarcire i destinatari delle loro attenzioni.
Per cui, come vi dicevo, condivido pienamente la speranza che ai minori vengano riservati rispetto e attenzione; ma allo stesso tempo mi corre l'obbligo di ricordare che per realizzare un auspicio non è sufficiente limitarsi ad enunciarlo: occorre cercare di trasformarlo in realtà concreta, operando con coraggio, lealtà e determinazione.
O perlomeno astenendosi dal perseguire, nei fatti, il suo esatto contrario.

Il giornalismo mediocre di Fabrizio Roncone

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A pagina 14 del Corriere di oggi c'è l'intervista che mi è stata fatta ieri da Fabrizio Roncone.
Dopo averla letta sono costretta a rilevare, come peraltro avevo già avuto modo di verificare in altre circostanze, che si tratta di un poveretto costretto per campare a manipolare le interviste che effettua: in caso contrario, evidentemente, quello che scrive non risulterebbe interessante neanche in una rivista parrocchiale.
Durante l'intervista Roncone ha provato in tutti i modi a farmi parlare male di qualcuno: Santoro, Travaglio, Ruotolo, il regista, la Borromeo, la Grambassi. Non essendoci riuscito, ed avendo quindi perso in partenza l'unica parte del suo lavoro che avrebbe potuto suscitare un minimo interesse, ha dovuto rivoltare la frittata tentando di mettere in cattiva luce me.
Come se non bastasse, l'intervista riporta domande che non mi sono mai state fatte e, di conseguenza, risposte che non ho mai dato.
E' curioso che un fatto del genere avvenga subito dopo la puntata di Anno Zero dedicata alla libertà di informazione, nella quale si è parlato di giornalismo: ebbene, quello di Roncone non mi pare giornalismo, ma un modo patetico per tirare avanti inventando quello che non è mai accaduto e che però fa comodo scrivere.
Tra l'altro, con una fantasia mediocre.

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Ecco l'intervista pubblicata, con vicino in rosso quello che è effettivamente stato detto.

«Michele, mi creda, è un maestro straordinario».
Qual è il consiglio più importante che le ha dato in questi primi, complicati giorni di lavoro?
«Aspetti... mi faccia pensare...».

Pensi pure.
«Ah, ecco, sì! Mi ha detto: attenta, qui è pieno di gente cattiva». (MAI PRONUNCIATA LA PAROLA "QUI")

Qui, in Rai? (DOMANDA INVENTATA)
«Ha detto qui. Nel mondo del giornalismoe quindi, suppongo, anche in Rai». (OVVIAMENTE, RISPOSTA INVENTATA ALLA DOMANDA INVENTATA)

Come sono le riunioni di redazione? (DOMANDA INVENTATA: SONO STATA IO A PARLARE SPONTANEAMENTE DELLE RIUNIONI DI REDAZIONE, DEFINENDOLE STIMOLANTI E ISTRUTTIVE)
«Beh, io vengo dalla politica. Il giornalismo è una cosa un po` diversa...».(E' LA RISPOSTA AD UNA DOMANDA DIVERSA, CHE RONCONE EVIDENTEMENTE SI SENTE LEGITTIMATO A INCOLLARE DOVE PIU' GLI AGGRADA)

Il suo, come ha scritto con ironia Annalena Benini sul Foglio, è il percorso di «una ragazza sinceramente democratica». (DOMANDA INVENTATA: DURANTE L'INTERVISTA RONCONE NON HA MAI PARLATO DI ANNALENA BENINI, NE' DI QUELL'ARTICOLO)
«Okay, va bene: a sedici anni mi sono iscritta ad Azione giovani, il movimento giovanile di An. Però dopo aver assistito alla prima riunione, sono andata via». (MAI PRONUNCIATE LE PAROLE "OK, VA BENE": INSERENDOLE CAMBIA TUTTO IL SENSO DELLA MIA RISPOSTA, CHE E' STATA SEMPLICEMENTE "SI'" QUANDO RONCONE, ALLA FINE DELL'INTERVISTA E NON A QUESTO PUNTO, MI HA CHIESTO: "ERI TU CHE A 16 ANNI AVEVI PARTECIPATO A UNA RIUNIONE IN AN?")

Delusa? (DOMANDA INVENTATA)
«A disagio. Poi, per fortuna, all`università ho incontrato i radicali. Altre teste, altro animo. Attualmente sono presidente degli studenti Coscioni». (RISPOSTA INVENTATA: HO SOLO DETTO, QUANDO MI HA CHIESTO SE FACCIO ANCORA POLITICA, DI ESSERE PRESIDENTE DEGLI STUDENTI COSCIONI E NEL COMITATO DI RADICALI TALIANI)

Ma tentò di mettere il naso anche nel Pd. (DOMANDA INVENTATA: MI HA CHIESTO SE MI FOSSI CANDIDATA ALLA SEGRETERIA DEI GIOVANI PD, "METTERE IL NASO" NON L'HO MAI SENTITO)
«Mi candidai alla segreteria dei giovani. Ma persi». (IN REALTA' HO CHIARITO DI ESSERMI CANDIDATA ALLA SEGRETERIA DEI GIOVANI PD DA RADICALE)

Ambiziosa. Ora, la tivù. (DOMANDA INVENTATA: L'UNICA COSA SIMILE CHE HA DETTO E' STATA LA PRIMA BATTUTA AL TELEFONO: "STAI FACENDO CARRIERA, EH?")
«Imparo. Rubo qualcosa a tutti». (RISPOSTA INVENTATA DI SANA PIANTA)

Marco Travaglio.
«Gentilissimo, a volte persino amichevole». (MAI DETTO "A VOLTE PERSINO")

Sandro Ruotolo.
«Oh... è coltissimo... eppure, nonostante questo, è sempre lì che studia».

Ruotolo studia?
«Sì... insomma, si documenta, approfondisce».

Alessandro Renna, il regista.
«Beh, lui è proprio carino». (MAI DETTO "PROPRIO CARINO")

Carino, scusi, in che.senso? (DOMANDA INVENTATA)
«Mah... ti mette a tuo agio. E poi è pieno di accortezze». (MAI DETTO "E' PIENO DI ACCORTEZZE")

Tipo? (DOMANDA INVENTATA)
«Tipo che ora stiamo lavorando sulla mia acconciatura. Io non mi trucco, non mi pettino... E anche Michele me l`ha detto: non è che posso andare in onda come se fossi appena scesa dal letto». (RISPOSTA INVENTATA: HO SOLO DETTO CHE SANTORO VUOLE CHE IO MANTENGA IL MIO STILE NATURALE, CHE SOLITAMENTE NON MI TRUCCO MA CHE SONO CONSAPEVOLE CHE NON POSSO ANDARE IN TV COME SE "MI FOSSI APPENA SVEGLIATA". IL TENTATIVO DI EVOCARE LA FIGURA DI UNA CHE AMMICCA AL REGISTA E' DI TERZ'ORDINE)

È fidanzata? (INFATTI; GUARDA UN PO' DOVE ATTACCA QUESTA DOMANDA)
«Sì. Con un commercialista militante radicale».

È un tipo geloso? «No... no... direi di no...». (SAPIENTE UTILIZZO DEI PUNTINI DI SOSPENSIONE PER CREARE LO SQUALLIDO EFFETTO VOLUTO)

Mi scrive da Gaza

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So di toccare un tema che di solito scatena reazioni controverse, ma mi pare più utile raccontare come si vive da quelle parti. Un amico del web mi scrive da Gaza:

Intanto qui il governo israeliano ha annunciato la costruzione di, se non sbaglio, altre 500 case negli insediamenti in cisgiordania (west bank) sbeffeggiando l’invito di Obama a congelare tali azioni. Dopo quasi 4 mesi che sono qui mi riesce ancora difficile spiegare la situazione. Provero’ a semplificare. Gli israeliani fondamentalemente non hanno un gran interesse a trattare. Quando sono sotto attacco dicono che non possono negoziare perche’ minacciati mentre quando la situazione e’ tranquilla come in questi mesi non mostrano nessun interesse a trattare ma anzi perseguono una strategia di allargamento degli insediamenti in territorio palestinese. Forse per capire meglio la situazione vale la pena di dare un’occhiata alla cartina che allego. La West Bank e’ un territorio costellato a macchia di leopardo da insediamenti protetti da militari, check points e divisa da israele dal famigerato muro. Ci sono 3 aree all’interno della west bank. A, B, C. Ad ogni area corrisponde un diverso status civile, militare. Le aree A sono formalemente sotto completo controllo da parte dell’autorita’ palestinese, le aree B sotto controllo civile dell’autorita’ palestinese ma controllate militarmente dagli israeliani e le aree C sotto completo controllo israeliano. Per dare un’idea da Jenin a Gerusalemme, 120 km circa, bisogna attraversare 4 checkpoint militari e costeggiare diversi insediamenti. Un palestinese di Jenin puo’ andare a Ramallah (attaccata a Gerusalemme) ma non puo’ andare a Gerusalemme. Inoltre non puo’ guidare, pena l’arresto, un’auto con targa gialla israeliana. Se un poliziotto dell’autorita’ palestinese deve recarsi a Ramallah da Jenin non puo’ percorrere il tratto con divisa e insegne ma vestirsi da civile. Insomma piccole e grandi umiliazioni. Sabato e’ cambiata in palestina l’ora e abbiamo spostato di un’ora indietro le lancette. In Israele invece le lancette verranno spostate a meta’ settembre. Non riescono neanche a coordinare lo spostamento di lancette. Difficile pensare che riescano a coordinare un processo di pace.
In effetti, un accordo non si trova... E ultimamente non si può più neanche dare la colpa ad Arafat. Ps. il mio amico non ha allegato la cartina cui fa riferimento. Gli ho chiesto di mandarmela così la pubblico. PPS. la cartina!

Chi è, che rovina i bambini?

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Ah, ecco: sono le famiglie allargate e le convivenze, che rovinano i bambini.

Mica questi qua.

In Italia il problema è innanzitutto culturale

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Guardate questo commento pubblicato su Il Giornale online e inorridite insieme a me.

"Non riesco a capacitarmi del fatto che si tolleri con tanta leggerezza il proliferare di giornali nuovi, vedi quello di Marco Travaglio, l’uomo più viscido della sinistra disfattista e sempre alla ricerca di nuovi modi per indebolire il premier, vista la continua ascesa dello stesso nel consenso degli italiani. Possibile che l’avvocato Ghedini non riesca a trovare un reato plausibile per la chiusura di queste «vipere» che strisciano con il continuo intento di mordere il premier e causarne la morte politica? Un giornale che palesemente offende e denigra il capo del governo va subito chiuso. Lasciamo poi le critiche a chi è nato per criticare tutti gli avversari politici. Una volta creato l’esempio gli altri giornali di sinistra si guarderanno dal continuare ad offendere il premier e la sua coalizione. Possibile che non si riesca a trovare una norma che preveda l’attentato morale al capo del governo? Io credo che l’unica soluzione a questo continuo stillicidio di calunnie sia quello di rispondere con i sistemi usati (che io non approvo) da Putin nei confronti della Georgia, e della Cina nei confronti dei monaci tibetani: «La forza». Dopo una serie di bastonate inflitte a Franceschini, D’Alema, Travaglio, Santoro e Maurizio Mannoni, si vedrebbero subito i risultati, si vedrebbe il ritorno del rispetto nei confronti di Berlusconi."

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