Non finisce mica qua

Pillola del giorno dopo/Associazione Coscioni: dalla mancata archiviazione emerga l'imposizione di coscienza

Dichiarazione di Alessandro Capriccioli e Josè De Falco, Membri di Giunta dell'Associazione Luca Coscioni per la Libertà di Ricerca Scientifica

L'Associazione Luca Coscioni prende atto con interesse della richiesta di nuovi accertamenti da parte del GIP di Roma Claudio Mattioli, in relazione al procedimento contro tre medici romani del Policlinico Umberto I e del San Giovanni, denunciati da una donna cui avevano negato la pillola del giorno dopo.
Ci si augura che il rigetto della richiesta di archiviazione, finalizzato ad un ulteriore approfondimento dei fatti, dimostri che il comportamento di medici e paramedici, ispirato ad una dichiarata "obiezione di coscienza" per un farmaco che non è abortivo ma contraccettivo, configura in realtà una vera e propria "imposizione" della propria coscienza su quella altrui, e si risolve nell'illegale mancata erogazione della contraccezione di emergenza a danno della salute delle donne e della loro libertà di scelta.
Per questo, e allo scopo di evitare che il rispetto delle decisioni sulla maternità debba essere rimesso alla discrezionalità delle aule giudiziarie, l'Associazione Luca Coscioni ribadisce la necessità di abolire l'obbligo della ricetta per la contraccezione d'emergenza, e di far sì che la pillola del giorno dopo divenga un normale farmaco da banco, come avviene in molti paesi europei e negli Stati Uniti.
Le iniziative per l'abolizione della ricetta proseguono in tutta Italia con tavoli di raccolta firme e contestuale prescrizione del farmaco a scopo preventivo da parte dei medici dell'Associazione.

Questo post è stato pubblicato il 05 giugno 2008 in ,,,. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. o se vuoi lasciare un commnento.

2 Responses to “Non finisce mica qua”

  1. caro metilP., volevo commentare l'articolo precedente (libertà vigilata) ma non riuscivo.
    non vorrei dare lezioni ma solo linee guida: i giudici decidono secondo legge e, per quanto possa capire (faccio l'avvocato), il provvedimento mi sembra un piccolo capolavoro di equilibrismo per cui si è data (voluta dare) ragione ai genitori salvando le apparenze (dovete però comportarvi da genitori per quel che dice la legge, quindi se un medico dice che vostro figlio sta male, tocca che vi adeguiate: parte del provvedimento che non verrà mai seguita ed è scritta solo per rispetto delle forme). ciò detto, è un provvedimento all'italiana, cioè fatto per un fine sostanzialmente giusto ma con forma contorta e bizantina per non incorrere in pugnette di vario tipo (errori o colpe del magistrato, rifiuti dei sanitari, ecc.), nel che siamo storicamente maestri. prendiamo atto del nostro essere. di solito non polemizzo mai ma stavolta vorrei contribuire. nel tutto, la democrazia (che è forma di governo e non applicazione della legge tramite sentenza) non mi pare c'entri.
    ciao, Fabio

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