Dal Corriere della Sera di oggi:
Due giovani iraniani sono stati arrestati perché gay e ora rischiano di essere impiccati. Lo denuncia il Gruppo EveryOne, organizzazione no profit per la difesa dei diritti umani, che si è già occupata in passato della vicenda della lesbica iraniana Pegah Emambakhsh, rifugiatasi a Sheffield, nel Regno Unito, dove le è stato negato l'asilo come rifugiata, e dove è ancora in attesa della decisione della magistratura inglese. I due ragazzi sono arrestati nell'Azerbaijan iraniano il 23 gennaio scorso. L'accusa, emessa nei loro confronti dal Tribunale islamico, è di «mohareb», ovvero nemico di Allah, e «lavat», ovvero sodomia. «Le autorità usano metodi di tortura fisica e psicologica per ottenere le confessioni delle persone che cadono nelle loro mani, e i due giovani hanno ammesso di amarsi, di avere una relazione sentimentale», riferisce EveryOne. La confessione dei due giovani, secondo il Gruppo, è bastata perché il tribunale islamico li rinviasse a giudizio con due accuse gravissime: «Mohareb», il reato di chi è «nemico di Allah» e «Lavat», sodomia. Il codice penale iraniano prevede la forca per gli omosessuali, che sono considerati «nemici di Allah».Dal sito di Luca Volontè, 18 gennaio 2008:
La Corte di Cassazione non perde mai il vizio di stupire ed amareggiare con le sue decisioni discriminatorie: dopo la sentenza odierna basterà dichiarare di essere gay per evitare l'espulsione e trovare in Italia il proprio Paradiso di illegalità.Una semplice dichiarazione.
Senza manco un quarto d'ora di tortura.
Inaudito.
Essere omosessuali non dovrebbe essere il "lasciapassare" al visto.
RispondiEliminaAnche un'omosessuale, come mé, puó benissimo essere un grandissimo figlio di puttana.
Ma essere omosessuale ed essere rispedito in un posto dove ti ammazzano o incarcerano per questo...é impensabile.
A volte un'espressione facciale è meglio di tante parole...
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